domenica 19 luglio 2009

DE LA TERRE A' LA LUNE (1865) - J. Verne



(Voyage Dans la Lune - G.Mèlies, 1902)


Questo romanzo è uno dei 5 incluci in un volume carino della Bur dedicato ai "viaggi fantastici " di Jules Verne, con un pezzo accessibile e una edizione davvero gradevole. Magari un po' voluminoso ma era il minimo. Credo di aver superato la metà delle cose da leggere e questo romanzo ha la caratteristica di essere la prima parte del "viaggio lunare". intrapreso dall'autore. Il seguito mi auguro di poterlo leggere in quel che resta di quest'estate calda e tormentata. Tormentata sì, la burocrazia non fa per me. C'è qualcosa di più snervante? Non so. Ad ogni modo io questo "Dalla Terra alla Luna" l'ho trovato per buona parte lento. Facendo un paragone con Viaggio al centro della Terra e Ventimila Leghe sotto i mari, davvero poco coinvolgente, fatta eccezione di alcuni momenti memorabili (quale l'arrivo del francese e il successivo trio). Il perchè credo sia a causa di tutte le congetture che dovrebbero portare la Terra a voler e poter raggiungere la Luna. Nonostante la mia poca e ridicola conoscenza scientifica quasi tutto quello che Verne propone è facile da smentire in termini di applicabilità ma non lo fa poi tanto diverso dall'Orlando Furioso. Penso al sistema di produrre ossigeno, al modo in cui credono di poter ammortizzare la caduta sulla luna (sia il sistema ma anche l'inuitilità del gesto vista l'assenza di gravità sul nostro satellite) e... ça va sans dire l'impossibilità di raggiungere la luna a bordo di un proiettile lanciato non si sa con quale forza ma abbastanza da reggere tre uomini, due cani, i viveri e dell'acqua per due mesi. A proposito di questi ultimi aspetti. E' incomprensibile la temerarietà del francese ma anche il calcolo probabilistico con cui questi uomini vorrebbe arrivare, feramarsi, sopravvivere e magari tornare dalla Luna. Una fiducia scienfitica quella di Verne che sconcerta e non poco, a maggior ragione se qualche dubbio sulle sue teorie ce l'avesse. Ma forse è presto per trarre conclusioni, bisognerà completare la seconda parte (Autour de la Lune) per farsi un'idea di quanto scientifica e fantastica (in una qualche percentuale una sull'altra) sia questa storia lunare.

Quel che è certo è che, scienfitico o meno, il fascino di qusto libro è quello di ogni uomo (e donna) che voglia raggiungere la Luna, che sia un sogno o la realtà di calpestare il suo suolo, la fantasia di una razza selenite che si osserva o la verità che nessun organismo conoscibile sarebbe in grado di viverci. Cosa importa? Non molto, la nostra necessità è sempre la stessa: l'evasione. Non solo come svago, ma come sopravvivenza all'unico mondo che ci hanno dato.

Infine, come non ricordarsi di George Mèlies e il suo Voyage dans La Lune? (naturalmente ispirato a questo libro e viaggio lunare). Giudicare oggi uno dei primi muti della storia, sperimentale, su tema fantastico, con la maestria di un artigiano è sciocco. Ciò che c'è stato prima è la Storia del Cinema e della fantascienza. Io mi incanto, anche se la telecamera è fissa e dura tanto, ma io mi incanto a vedere come si possa realizzare nel 1902 un cortometraggio.

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