Ormai essere inquieta di sera è un'abitudine. Il pensare alla sua assenza fisica e alla mia nella sua vita. Il pensiero di me che forse non ha. Indagherei se potessi sul perché voglio essere così importante. Che gratificazione è mai questa? Triste, visto che dico di essere un bodhisattva. Dovrei lasciarmi scivolare tutto, pensare solo a quanto è importante per me. Ma ho bisogno di essere qualcosa, per questo tutto questo affanno per far leggere di me. Perché voglio ESSERE ai suoi occhi. Non è triste? Ho ancora molte cose da imparare dell'amore verso gli altri... Il mio è egoismo e anche un po' di arroganza, anche se in misura minore di quello che anima il mondo.
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