In questa confusione, dove ritroverò l'equilibrio? Esso è un affare che può essere imprevedibile, nascosto tra le maglie di una situazione insolita, per non dire bizzarra e perché no? assurda. E' questo che cerco, equilibrio. Non riesco a sentirmi responsabile in questa vita degli immensi errori commessi in passato ed ora che sono qui, che cosa posso fare? Cavalcare. Cavalcare la sofferenza. E' mia indubbiamente, ma sono colpevole magari da un secolo ed è facile prendere quella sana abitudine di non accorgersi più di esserlo. Ma anche se lo sono, cosa cambia ora, in questo frangente? Cambia solo quello che posso cambiare, lo stato interiore, il mio. Di essere più forte, di guardare al di sopra di questa nebbia fatta di dolore. Di accettare il compromesso, per ritrovare l'anima e armonia tra ostacoli e scommesse, indubbiamente a fatica, ma come fosse un gioco, solo un gioco. Un gioco di equilibri, naturalmente. Cosa posso fare? Questo è lo stato delle cose, quello che puoi offrirmi, senza che io ti chieda niente, che tu sappia che vorrei chiederti qualcosa. Questo è lo stato delle cose ed io non voglio infrangere le sacre scelte, il cuore di un bambino che si ritiene ( e difatti lo è) così fortunato da quando ci sei tu. Non potrei mai. Nemmeno dall'angolo più remoto di un pensiero inatteso. Lo stato delle cose è che io abbia il mio equilibrio, che vada avanti lo stesso, restando sazia e piena di quanto mi appartiene, cedendoti quel qualcosa che però è ancora a me compreso. Non svuotarmi, non perdere, non perdermi. Arriverò dove dovevo già arrivare, ma sarò armata di energie sottili, di un'armatura di luce e tu starai a guardarmi, mentre sorrido ancora. E forse mi vanterò qual che basta per sentirmi a dura prova. Che del dolore che mi hai risvegliato e che mi continui a risvegliare, non sentirai più l'ombra.
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