martedì 18 settembre 2012

JODOROWSKY


Questo post si aggiornerà di volta in volta. L'argomento è Jodorowsky, lui, la sua psicomagia ma anche tutta la sua produzione artistica, che conta fumetti, film e libri, nonchè lettura di tarocchi. Ecclettico è dir poco, su questo non abbiamo molti dubbi.

Cominciamo con "Psicomagia". Nel volume da me letto ci sono anche altre due interviste che in un certo senso appesantiscono il discorso fatto in precedenza da Jodorowsky con il suo intervistatore. Ci viene spiegata abbastanza bene cos'è la psicomagia che a prescindere dalla produzione letteraria fa molto pensare. Di sicuro lui strutta le immagini che capta anche per scrivere (e lo dice ma non abbastanza da rendersene conto per davvero!) ma è molto interessante come abbia intuito con estrema lucidità la diversità del linguaggio dell'inconscio dal nostro. L'incoscio manda i suoi segnali (e qua non ci piove), facciamo un caos tremendo per poter poterlo interpretare, ma difficilmente ci ricordiamo di tradurre tutti i gesti che facciamo per vincere il nostro trauma (parliamo di gag o impasse psichici che ci rendono la vita molto complicata) in un linguaggio che l'incoscio possa capire quando in noi sta evolvendo, quando noi vogliamo guarire. Molto interessante (e anche un po' da mandare in crisi) è la sua visione della religione o meglio ancora della spiritualità: nulla. Lui dice che la cosa importante è  la salute, salute psicofisica naturalmente. Dobbiamo vivere bene e la religione è un modo per ingabbiarci ma noi non abbiamo certezze di quello che la religione ci dice (qualsiasi religione: fa l'esempio del ciclo della rinascita ma afferma che lui non sa se sia vero, se esiste e non c'è modo di dimostrarlo e quindi perchè affidarsi a qualcosa che non si sa se esiste o meno?). Insomma, alla fine ci costruiamo molte cose per cercare di stare bene ma forse alla fine, non appesantiamo un po' tutto di troppo? E per quanto riguarda l'ispirazione, non ha forse ragione? Che la nostra morale ci ingabbia nello scrivere di tutto e di più, senza etica inutile almeno quando si fa arte?



Sono poi passata alla visione di un film. El topo. E' un western spirituale, anche troppo. Che Jodorowsky fosse trucido e che volesse spiegare in maniera quasi macraba (ma sempre psicomagica) un qualcosa  mi era chiaro già dal libro e qui non è da meno. Molto interessante è l'uso di tutta quella simbologia (capre, conigli, ecc) che danno qualcosa di più al western, ma resta una storia che non è una storia ma la necessità di tirare fuori dal basso di noi, dal nostro abisso molte cose, alcune belle e alcune brutte.






Se El topo era decisamente strano, questo non ha paragoni. E' pieno zeppo di simbolismo e di simboli, ma anche dei messaggi fin troppo chiari del punto in cui è arrivata la nostra società (già ai tempi della pellicola la diceva lunga). C'è dentro misticismo, ma anche alchimia. La ricerca della parte migliore di noi, che non è soltanto un film. Molte belle le parti dell'arrivo degli spagnoli, della storia traslata di Gesù (col manichino) riscritta in maniera moderna e la Passione in sé. Sembra quasi che il messaggio ultimo è  liberarsi di certe fedi, che sia Dio, il potere, la ricchezza e le manie. Bella anche la simbologia legata ai pianeti. Da rivederlo, a lungo termine.

    

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Altro passaggio è stato al fumetto. Avevo già letto i Tecnopadri e come in quella occasione un solo volume presentava soltanto un mondo completamente inimaginabile ai nostri occhi e che evidentemente solo Moebius poteva rendere ancora più stravagante. 
 Ad ogni modo la lettura è stata piacevole e oltre a mondi immaginari ha anche una storia solida e ben congeniata. Per ora la mia lettura dell'Incal finisce qui visto che, questi due volumi sono stati presi in biblioteca. Ne resta uno che aggiungerò a fine lettura  e che forse è la parte più interessante. Tutti gli studi preparatori che hanno permesso a uno e all'altro di creare questo mondo

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