mercoledì 4 febbraio 2009

ANIMARE L'INANIMATO

La differenza tra vita e morte è nell'anima, almeno per la religione, almeno per la letteratura. Il soffio vitale che passa attraverso un corpo immobile e che prende vita. Perchè? Perchè alcuni uomini (non tutti) e donne hanno questa ossessionata ossessione del creare da sè, con argilla, legno, bulloni o microchip essere artificiali? E' sempre soltanto per sfidare Dio? o per rendere immortale e invincivile ciò che creano? E come sono questi "androidi" o "cyborg"?

Il primo essere cibernetico che si conosce è il Golem, l'uomo d'argilla. E' un mito ebraico e ancora prima che la persecuzione diventasse fatto dei giorni nostri gli ebrei hanno sempre sentito la necessità di difendersi dal potere autoritario di qualcuno (in realtà sono sempre stati perseguitati). Il Golem viene creato da un rabbino, che tramite formule magiche cabalistiche riesci ad animare l'ammasso di argilla. In una delle sue tante versioni, si ribella al suo creatore e distrugge ogni cosa. Il Golem è perciò "cattivo, o meglio lo diventa".

Dall'argilla si può passare al legno. Pinocchio è un corpo inanimato che attraverso la magia (il desiderio di un falegname di diventare padre? Di non vivere più da solo questa esistenza) prende vita. Pinocchio, sì sa, è influenzabile e "inizialmente cattivo", uno scolaro indisciplinato, maleducato, incivile, e il suo desiderio è diventare un ragazzo vero e proprio, convinto forse che ciò possa conferirgli più libertà e perciò di poter fare più malefatte. Eppure la favola moralista ci dice esattamente il contrario, per essere umano bisogna civilizzarsi, diventare educati e civili. Suona quasi come una beffa.

Un passaggio doverono naturalmente va anche al rianimare. Perchè il dottor Frankenstein vuole rianimare un uomo? A parte il motivo scienfitico? E' difficile uscire fuori da quanto già detto però il Mostro ha una creazione e stavolta all'argilla o al legno si sostituiscono parti umani già morte. Ad animare è l'elettricità, nessuna magia inspiegabile. Il Mostro è istintivo, privo di civiltà, armato di violenza, ma desideroso di sopravvivenza (un elemento comune a tutti gli androidi) e soprattutto di libertà. Anche lui vorrebbe essere umano, non così diverso, la sua reazione per certi versi, è più che giustificata.

Per passare ai bulloni veri, il primo androide che la storia ricordi è una donna ed è Maria (non a caso ha questo nome) la protagonista, sosia di una donna buonissima, di Metropolis. Ed è cattiva, è stata costruita per un compito ben preciso ed è anche la magia (anche qui si tratta di Cabala anche se non si dice ma ce lo suggerisce la stella ebraica che s'intravede nello studio dello scienziato). Maria è cattiva, deve incitare il popolo usurpando il potere conferitogli dalla somiglianza con l'altra Maria. Io credo che l'androide pur non ammettendolo sia gelosa (quanto lo sarebbe una donna) del fatto di non essere umana ma soltanto macchina.

Un altro passaggio dovuto è per gli androidi di di Asimov e di Dick. Però qualcosa non li rende esseri golemici eppure non riesco a capire perchè. C'è un qualche desiderio di sopravvivenza? Nei fuggiaschi androidi di Blade Runner sicuramente e per di più è una corsa contro il tempo. Senza tralasciare che Dick si diverte molto a farci capire che noi abbiamo perso la nostra umanità e che loro, gli androidi, hanno perso la loro meccanicità, qui non desiderano diventare uomini, questi lo sono, più di noi. Vogliono solo vivere più tempo. In più a dire il vero ricordano più la clonazione.

Un altro tributo cinematografico dell'animare corpi metallici è senza dubbio Terminator. Non parlo del primo, parlo di tanti terminator. Qualcuno li ha creati, siamo stati noi. In modo golemico o meno la loro nascita e il loro evolversi è in metto contrasto con la nostra vita. Si ribellano, anche loro, contro il nostro potere dominante. Abbiamo capito come il dott. Frankenstein di aver fatto un grave errore, di aver osato troppo, e ora i più forti sono loro e sanno che se ci danno vantaggio noi li disattiveremmo tutti. Chi, davanti alla morte artificiale, non farebbe di tutto per sterminarci? E' una questione di sopravvivenza.
Terminator è cattivo forte ed è stato programmato per uccidere, ma programmato tale per poter poi difendere la sua specie. E' cattivo forte, ma nemmeno questo è vero. Sto guardando The Sarah Connor Chronicles (la serie TV) e il personaggio del terminator, Cameron, che protegge Jonh Connor è anche lei animata dal desiderio di essere una donna a tutti gli effetti (dallo smalto al desiderio affettivo...)eppure manca di umanità nel difendere il genere umano, nel fare qualcosa che sia fuori dalla programmazione. Eppure vacilla tra il programma e il desiderio di essere umana. Anche lei impazzisce e usa, come il computer di Odissea nello Spazio, frasi per impedire di essere disattivata. Il resto non lo so, è già tanto capire tutto questo in lingua originale.

Un piccolo posto merita, ora che ci penso, anche Edward Mani di Forbice. Ha qualcosa di golemico anche lui, ma a differenza di tutti gli altri androidi, questo è decisamente più sensibile di noi, spaesato e con etica forse più resistente della nostra (penso alla scena in cui il padre di famiglia fornisce ad Edward tre opzioni e lui sceglie quella che dovremmo fare tutti... ma la nostra civiltà è un'altra!). Edward è sicuramente l'androide più buono finora pensato, quello più raggirabile e sicuramente quello che più del suo essere automatico, mostra la fragilità che ha la diversità in una società un po' bieca. E lui vuole essere umano a tutti gli effetti? Credo che lui sia più che cosciente che non può esserlo fino infondo, a rischio e pericolo di una comunità da cui non è capito e in cui è difficile inserirsi. Più una sconfitta, che una ribellione al potere dominante.

Alla fine di questo tributo, sto pensando ai miei androidi. Sono tutti cattivi, o meglio piuttosto incattiviti, perchè sanno che verrano disattivati. Davanti a ciò chiunque correrebbe ai ripari! Ad ogni modo sono solo i primi. Il mondo degli androidi è variegato come quello degli essere umani.

6 commenti:

Glauco Silvestri ha detto...

Manca tra le citazioni la "Caterina" del film di Sordi (io e caterina). A parte il lato comico del film, anche qui il rapporto uomo-macchina viene sviscerato profondamente.

qui un frammento del film.

Angelo Frascella ha detto...

Dick si diverte molto a farci capire che noi abbiamo perso la nostra umanità e che loro, gli androidi, hanno perso la loro meccanicità, qui non desiderano diventare uomini, questi lo sono, più di noi

Ciao Dan!
Non sono d'accordo, sai?
Se quello che dici è vero per il film, nel romanzo i replicanti non sono umani perché sono privi della capacità di identificarsi con gli altri. E' come Dick dicesse che proprio l'empatia la caratteristica che rende umani.
Pensa alla differenza enorme che c'è fre il personaggio di Rachel nel film e nel romanzo. Quest'ultima è incapace di provare realmente amore per Deckard (la scena in cui uccide il suo animale meccanico ne è un lampante esempio.

Per quanto rigurda i robot di Asimov, invece, sono una vera e propria rottura con la tradizione.
Fino a quel momento, dice Asimov, esistevano solo due tipi di storie sui robot:
- storie in cui il robot si ribella agli umani e si rivela cattivo (la classica sindrome di Frankenstein)
- storie patetiche in cui i robot subisce delle terribili ingiustizie e fa commuovere il lettore.

Asimov (che odia le storie del primo tipo) si propone di inventarne di un nuovo genere: storie in cui il robot è al servizio dell'uomo. D'altra parte lui è un sostenitore dell'idea che la scienza e la tecnologia possono migliorare la vita dell'uomo (e francamente anche per questo mi piace. Sono, secondo me, davvero troppi gli autori che si propongono di far capire che gli scienziati sono semplicemente uomini che "vogliono rendersi troppo simile a Dio e verranno puniti per questo loro peccato"...).

Per non dilungarmi troppo è questa la ragione che lo spinge ad inventarsi le tre leggi (+ una) della robotica.
Mi fermo qui, anche perché devo tornare al lavorare :)

Buona giornata

PS Glauco, che ci fai anche qui? :D

Daniela Zac ha detto...

Grazie per la segnalazione, mi informerò! Da quel poco che vedo, mi pare di capire che si tratta più del mito di Pigmaglione. Vedremo.

Daniela Zac ha detto...

ciao Angelo,

tengo a precisare che non sto facendo critica letteraria, tutt'altro. Sto cercando un modo, una forma mentis, per affrontare questi argomenti (topoi) e trasferirli a dei ragazzi, così come vorrei fare io. E devo fare delle scelte, non posso inglobare il mondo intero.

In pratica si tratta di Didattica, non di critica letteraria. Diciamo che prendo a campione delle cose, suggestioni, che mi suggeriscono il topos che mi initeressa e poi cerco il confronto con alcuni "nodi" spazio-temporali. questo solitamente dovrebbe aiutare a fissare qualcosa di quanto detto nel ragazzo, senza appesantirlo troppo. Vedremo.

In realtà non ho preso ad esame nè Dick nè Asimov perchè stranamente li vedo moderni e continuo a non trovare il mito del Golem: non una creazione vera e propria, nè una minaccia per l'umanità, nè cose di questo tipo.

Se avessi dovuto prendere questi due autori, penso che un post non sarebbe bastato e avrei commesso certamente degli errori, perchè mi dovrei documentare molto di più. Gli androidi positivi e al servizio degli uomini per Asimov sono tanti (ma forse si somigliano), quelli di Dick sono con più sfacetatture, e diversi gli uni dagli altri.

Mi riferivo al film, ad ogni modo.
Comunque Asimov continua a non piacermi e a non attirarmi. Sarò pure catastrofica ma per me la fantascienza non è un gioco rassicurante, ma un'autoconsapevolezza umana, una autocritica e molto altro ancora. Anche un modo per esorcizzare il male.

In ultimo, direi che Rachel butta giù la pecora perchè è una donna trascurata, rifiutata. La pecora elettrica è più importante di lei.. Insopportabile!! Secondo me Dick conosce molto bene le donne.

Anonimo ha detto...

Ciao a tutti! Interessante questo post Dani ^_-
Angelo diceva: "storie in cui il robot si ribella agli umani e si rivela cattivo (la classica sindrome di Frankenstein)"

Io direi che la Creatura non è cattiva in se stessa, ma lo diventa quando comincia a crescere e da "bambino" impara a parlare, si istruisce e comprende chi è e qual'è il posto nel mondo del suo creatore. Il rapporto tra il mostro e il dr. Frankenstein è quella tra una creatura e il suo creatore, tra un padre e un figlio che non si comprendono, si cercano, si confrontano e poi si rifiutano. Il legame è comunque forte, infatti morto uno muore l'altro. Il Moderno Prometeo, ma anche la storia di Dio e Adamo(ed Eva), senza possibilità di salvezza.
Perchè Frankenstein costruisce la Creatura? Dal film di Branagh perchè desidera sconfiggere la morte, cercare l'immortalità. Poi secondo me entra in un trip mistico e allora forse si può parlare del complesso autoriale tipico maschile. Ma questa è un'altra storia!!

Mi domando, invece, sulla questione didattica: io cercherei di fondare sulla critica letteraria, anche la più semplice, per non dare coordinate troppo generiche o magari inesatte ai tuoi studenti. Anche se non ho ben capito in realtà quale sarebbe l'argomento da trasmettere: letterario o meno? Spiega spiega!
Ciau!

Daniela Zac ha detto...

ciao Linda,

in effetti è vero, si fa critica letteraria anche in questo caso, con o senza Didattica! Allora posso dire che non volevo e non potevo essere esaustiva su un argomento. Quello che dici, le coordinate, era esattamente quello che stavo cercando di fare, trovare i "nodi", toccare trasversalmente più opere che avessero alcuni punti in comune.

Non li ho elencati in una griglia (o tabella o mappa concettuale) ma li stavo cercando appunto quando stavo scrivendo questo post.

Visto che se ne parla e ci stavo meditanto sopra:

i [b]nodi[/b] sarebbero:

1.Esistenza dell'essere artificiale (artefatto umanoide?)

2.La sua creazione, il modo in cui avviene, i mezzi utilizzati e un possibile perchè.

3.La natura benigna/maligna dell'artefatto, alla nascita, durante la sua vita(ed evetuale evoluzione o involuzione) e morte.

4. Un altro punto interessante potrebbe essere il creatore, non solo con il perchè della sua creazione ma anche cosa fa e come era prima e dopo la creazione.

Ne possiamo mettere molti altri ma sto pensando ad un classe del biennio superiore, quindi non appesantirli ma coinvolgerli, stimolandoli a cercare (una volta che io avrò formito la documentazione e i supporti) ciò che io indico con i nodi.

Penso sarebbe molto divertente anche per me soprattutto una volta avuti i risultati dell'esperimento e poterli confrontare. Il risultato finale sarebbe variabile, perchè alla fine, si possono trovare molte cose dentro.

Anche io, come Linda, non sono d'accordo che il Mostro sia cattivo, diventa cattivo, per difesa, perchè è emarginato, perchè qualunque bambino trascurato reagirebbe così, solo che il Mostro nasce già adulto( ma non ha sedimentato espierienze precedenti) e può quindi usare la sua forza (bruta) senza aver prima imparato cos'è civile o meno.

ps. bisogna essere molti precisi sull'artefatto... specificare chi è. Altrimenti parliamo di un'idea. Forse per questo Dick e Asimov erano troppo vaghi quando li ho citati.