mercoledì 11 febbraio 2009

SESSOMACHIA (la battaglia dei sessi)

Qualche tempo fa ho visto un film e non l'ho commentato. Oggi ne ho visto un altro che mi è stato suggerito nei commenti di questo blog. Entrambi hanno un tema, lo scontro tra i due sessi ed entrambi per certi versi sono un flop. Parliamo del primo che ho visto. Il suo nome in polacco ve lo evito ma basta l'inglese per capirci, così come ho visto io il film. SexMission (1984). L'idea è molto carina: due volontari vengono ibernati per via dell'esperimento di un certo dottor nonmiricordo e si ritrovano molto più avanti nel tempo di quanto previsto. Con l'angoscia dei due che hanno perso i propri punti di riferimento. Sono cambiate molte cose, tra cui non esistono più maschi su tutto il pianeta. Qualcosa come una guerra ha devastato tutto e quelle sopravvissute (ripeto sono tutte donne) sono divise in fazioni opposte. Naturalmente hanno perso l'istinto sessuale e si riproducono in provetta (tutte bambine). I due uomini naturalmente non possono concedersi nulla e anzi verso la fine si daranno alla fuga perchè devono venire naturalizzati, diventare come le altre (e se non fosse chiaro delle donne). Il film ha come intento morale probabilmente quello di dire alle donne che se è vero che gli uomini non possono vivere senza le donne è anche vero che nemmeno le donne possono vivere senza uomini (nel caso qualche donna non se ne fosse accorta, naturalmente!) e forse alla fine non dice altro che il mondo è bello così nonostante il più delle volte non ci si capisce affatto. L'istinto comunque prevale sulla complessa organizzazione (per certi versi paramilitare, quindi non dire "femminile") ed la scoperta di un bacio a mandare in crisi una donna che poi aiuterà i due uomini a fuggire e scoprire che fuori da quell'ambiente non è vero che tutto è radioattivo, in realtà è un modo per dominare la popolazione. Per altro un posto di riguardo è affidato a qualcosa come "la Signora"che poi si scopre essere ricoperto da un uomo con abiti femminili e irriconoscibili (da notare che i due uomini risultano soltanto diversi ma lì per lì sono considerati comunque donne) la cui madre per evitare che il figlio venisse ucciso lo salva travestendolo. Ci sono diversi spunti del film che non reputo di cattivo gusto e comunque a parte qualcosa che è trovato fuori luogo, non ho rimpianto di vederlo, almeno non come il secondo. Ma prima di passare a Io e Caterina, devo dire che credo che il film sia soltanto l'incubo del regista o di chi ha scritto la storia, la paura di un uomo di diventare inutile e di in qualche modo diventare impotente. Non ci vuole grande psicologia a capire che, dopo la rivoluzione sessuale, dopo secoli di importanza maggiore degli uomini sulle donne, con un cambiamento sociale così forte, gli uomini possano avere paura o comunque andare in crisi, non riconoscere e ritrovare più il loro ruolo. Il film rielabora la paura e cerca di ritrovare la sicurezza e la fiducia nel proprio ruolo. Voglio dire, non ci trovo niente di male e giustifico l'autore senza trovare il suo discorso fastidioso, ma solo un discorso, un pensiero che mi viene trasmesso. Il film per altro termina con i due uomini che inseminano le provette e fanno nascere il primo maschio, con lo spavento della infermiera. Strappa un sorriso, una commedia venuta così così che però sono contenta di aver visto.

Perchè dico tutto ciò? Perchè l'impressione generale di Io e Caterina (1980) dire pessima è davvero poco. In verità il robot è abbastanza marginale alla fine fine e in realtà il messaggio del film è puramente maschilista e per di più su basi piuttosto tristi (se poi essere maschilisti possa avere basi più forti non mi interessa saperlo). L'impressione che dà questo film è che gli uomini prendano moglie e amante per le faccende di casa e per farsi cambiare le scarpe. E' un'impressione che per quanto farebbe comodo a tutti, se io fossi uomo, mi offenderebbe a morte. Spero davvero che non esistano più uomini così stupidi e che abbiamo il piacere dell'autonomia, di scambiarsi i ruoli se è il caso o di conservare i tradizionali mettendoci il massimo del proprio entusiasmo personale. Perchè a farci una figura magra è anche la famiglia italiana, la facilità con cui gli affetti si vanificano e si proliferano per vanificarsi di nuovo (anche quello delle donne sia chiaro). La morale del film sembra essere poi questo, che le donne qualunque esse siano umano o meccaniche, sono delle gran rompiballe. Che è pure vero, ma per fortuna non sono solo quello (dovrei dire "siamo" ma non voglio prendere parte) altrimenti consiglierei un suicido di massa ad entrambi i sessi, senza porsi poi altre domande. Insomma, se non fosse ancora del tutto chiaro, ho provato fastidio a vedere questo film, sia per il suo maschilismo, sia per i nudi della Fenech (che io ho trovato fuori luogo ma immagino diano fastidio solo a me). Allora cerchiamo una morale: dopo aver denunciato la propria contrarietà al ruolo moderno della donna, dopo aver mostrato quanto triste sono i rapporti coniugali (e che il matrimonio è una bella presa in giro), si può dire che il protagonista (intepretato da Alberto Sordi) viene definitivamente punito per la sua infedeltà coniugale e poichè inprigionato a casa, sorvegliato da Caterina, la cameriera robotica che è può diventare molto gelosa e molto furiosa. Nonchè molto pericolosa. Per altro non mi abbandona la sensazione di una certa misoginia e di aver precato un soggetto che invece era molto originale, ma affidata ad un regia (sempre di Sordi) che spreca davvero un'occasione di un cult di fantascienza all'italiana.

Già, perchè Caterina nel marasma viene fuori a tratti (tratti molto gelosi per altro) e non è davvero la protagonista, almeno per me, anche se avrebbe dovuto esserlo. Caterina si anima, ai sente ricattata, gioca d'astuzia e soprattutto Caterina "pensa dunque è" o meglio come dice lei per davvero "ama dunque esiste" non è un oggetto, e lo ripete, non è un oggetto.
Sul "ama dunque esiste" si potrebbe poi rileggere tutto il mondo degli androidi del precedente post. Forse è questa la vera chiave di lettura.

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