venerdì 8 agosto 2008

MAUS, LA STORIA DEI 3 ADOLF, INFANZIA, BIG MAN

Non avevo ancora un'etichetta per il fumetto. Che strano. Eppure non si può dire che non li legga. Sarà che la parola "fumetto" non rende abbastanza chiaro la faccenda che si tratti di "letteratura disegnata" o " arte sequenziale". Per fortuna a darmi man forte c'è Umberto Eco, se no, poveri lettori incalliti di fumetti, saremmo considerati dei malati mentali, come se poi guardare mille film al giorno, stare a leggere quintali di pagine di libro, suonare per ore per diventare dei geni incomprensi e mangiare tanta nutella non siano esse stesse delle ossessioni come tutte le altre. Ad ogni modo mi sono accorta di aver parlato di fumetto soltanto in modo relativo, in quanto scrittura e produzione ma non come lettrice fatta eccezione forse de L'Insonne e di Dylan Dog. La cosa veramente tragica è a mio avviso che non ho quindi segnalato su questo blog le mie letture e niente e nessuno potrò quindi farmi il promemoria di quello che ho letto finora (forse per la maggior parte prestato!) e che naturalmente ho ritenuto interessante. Non so che dire, lo trovo gravissimo. Non posso che rimediare l'aggiornamento in corso. Il tema con cui ho recuperato i fumetti di quest'ultimo periodo è stata "la diversità, l'intolleranza, la biografia". Ho preso in prestito in una biblioteca comunale di un paesino qui vicino (serve dire quale? non credo, l'unica cosa da dire forse è che chi ci lavora è uno dei più grossi collezionisti di Tex e che naturalmente ne capisce più di me di fumetto ed è da lui che mi sono fatta consigliare nella scelta), dicevo ho preso, Maus, l'edizione completa, perchè quella che avevo era incompleta. Qui la biografia e l'intolleranza ci sta tutta, no? Non credo che ci siamo molto da dire, a parte che va annoverato tra chi, studente delle superiori, voglia portare il tema dell'antisemitismo come tesina d'esame, insieme a " Se questo è un uomo" e "La vita è bella" (ma forse sarebbe più giusto citare "Schindler's list"?). Restando in quel periodo storico e sempre attorno al nazismo, ho letto la prima parte de "La Storia dei tre Adolf" del grande Osamu Tezuka. Grande, grandissimo. La sua forza espressiva insegna e suggerisce mille idee ancora, una volta chiuso il manga. Mi aveva già colpito e folgorato con i libri sulla Fenice (ehm...) e non posso negare quanto mi abbia probabilmente influenzato da quel momento in poi. Lo rileggerei ancora. Diciamo che già da Maus (come direbbe Sara "laFenice") le giunture degli occhi hanno iniziato ad avere qualche problema. O forse ho qualche problema io che piango leggendo un fumetto. Roba per bambini, sia chiaro. Intanto i due Adolf, a parte quello in Germania, sono di una tenerezza sconcertante. Non posso che siano passati solo 60 anni (e che in Iran l'incubo si ripete ancora e in chissà quali altre parti del mondo...). Mi mancano le due parti mancanti. Devo recuperarle, ma non so come. Altro fumetto letto è edito da Kappa Edizioni, si chiama Infanzia e l'autore è francese , cioè Chaboute. Leggerlo al mare poteva risollevarmi dal pianto, invece è stato un mare di lacrime, non sarò tropo sensibile? Le tavole dei lunghi silenzi hanno colpito al cuore molto più di quanto potessero fare le parole e il dosaggio con cui ogni signola parola è il colpo al cuore stesso. O forse perchè, in quella storia ci sono anche io, in tutte e due (sono due). Infine ho letto "Big Man" di un autore italiano di cui non saprei come ricordare il nome. Un'idea semplice ma usata ad arte, i disegni espressivi e perfetti per l'atmosfera da creare. Anche qui lunghi silenzi. Tra diversi ci si capisce? non credo proprio, già all'interno della stessa diversità c'è una incomprensione da far paura, figuriamoci tra due diversità diverse... Non so.

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