Questa commedia non mi piace più. Le battute di questo secondo atto sono insulse, schiocche, fanno ridere gli altri, ma non me. Un pessimo sceneggiatore e anche un po' ignaro di come vanno davvero le cose a questo mondo. Osservare. Gli direi di osservare e spingersi oltre il piccolo valico dei luoghi comuni che crede di aver superato, di penetrare le menti umane e la società che vive. Ci sono mille cose ancora attorno di cui non si accorge.
O forse sono geloso io che non posso cambiarne le parti. Subire questa umiliazione di essere dietro le quinte a notare le imperfezioni dei costumi di scena. Non l'ho scelto io, è il lavoro che mi hanno dato. Ma io continuo ad osservare, ad aggiustare nella mia mente qualche pausa di troppo, qualche risata sguaiata inutile.
E' così che mi accorgo di essere solo. Che sovente le tue belle parole sono le stesse del tuo copione e che naturalmente aggiusto anche quelle. Sei la mia lama di rasoio, rade sulla mia carne di bambino che non ne ha bisogno, ma fende anche l'aria tra me e te, separando gli atomi di ossigeno dal dolore.
Prima o poi entrerò in scena, forse ti stupirai o resterai stranita nel modo tuo che conosco e uscirò velocemente come sono apparso per lasciarti il vuoto che proverò anch'io.
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