domenica 13 gennaio 2008

L'ESERCITO DELLE 12 SCIMMIE

Un tuffo nel passato. In tutti i sensi. Ho visto questo film la prima volta (e fino a ieri ancora "ultima" volta) moltissimo tempo fa. Facevo il primo anno di università ed era già apparso al cinema almeno un anno prima. Era nel menù delle rassegne universitarie. Ricordo anche l'occasione ma non è questo il luogo per ricordarlo. Intanto il film mi colpì moltissimo. Mi ero resa conto che questo era il genere di film che a me poteva piacere ed il genere era la fantascienza spazio-temporale. Il "è non è"con tutti i paradossi possibili. Una settimana fa ho comprato il dvd ma ormai il mio portatile non regge l'applicazione di lettura di un dvd. Ho dovuto aspettare ieri. Non ricordavo un bel niente, ma la mia attesa frebbrile e infantile è quella della prima volta (e come dico io "le prime volte si ripetono sempre"!). Ricordavo il complesso di Cassandra, l'attrice, il movimento ambientalista, la faccenda delle scimmie, gli inseguimenti e come la scena finale era un "roundabout" che tra passato e futuro incastrava tutto senza possibilità di fuga. Tutto è già stato visto, ripetuto. Il mondo si ripete su se stesso. Altro che universi paralleli. Non ricordavo affatto l'attore protagonista, la sua caratterizzazione, il suo desiderio di respirare l'ari, guardare il cielo e di poter toccare l'acqua. Di salvare il mondo, di rifarsi una vita sua, e di quanto sia stato artefice del destino stesso delle Terra. . Il tutto condito dall'effetto ineluttabile di tutte le cose. Non ricordo tre viaggi temporali e il modo in cui poteva scoparire da questo monto e riapparire in pochi minuti 6 anni dopo. Non ricordavo gli scienziati che sono così caratteristici che li userei per Eternopolis. Magari sono sempre stati dentro il mio inconscio e ieri sono finalmente bucati fuori. Non ricordavo nemmeno Brad Pitt che nonostante tutto ha recitato una parte grandiosa anche lui. La rivalsa del pazzo. In questo film intanto la pazzia è una costante. James, il protagonista viene accolto nel 1990 (il passato) come tale, ma dice tutte le verità di cui siamo a conoscenza noi (attraverso la parte iniziale del film). La sua logica è schiacciante, ma la psichiatra naturalmente non gli crede e ad un certo punto del film dice l'unica verità possibile: sono loro, la loro classe a stabilire chi sia pazzo o meno su questo pianeta... Chi è dentro e fuori la società. E se fossimo tutti dentro un mondo (passato?) e che quel che riteniamo pazzi conoscono un mondo (il futuro?) che a noi sfugge? Chi detiene la verità? Va bè, sì sa che il confine tra pazzo e genio è spesso solo una virgola. Che uno è emerginato e l'altro è ammirato, venerato, etc etc. Quel che inquieta è che la dottoressa ha provato in tutti i modi a convinvere James che è sua immaginazione e ci riesce proprio quando lei ha modo di ricredersi, anzi non può fare diversamente. In quel momento non sapevo più io a cosa credere. La verità era la mia che stavo solo guardando un film, che non avevo potuto vedere prima. Strano che nonostante tutti questi pensieri, non lo reputo attualmente il film più bello che abbia mai visto, nel senso che la seconda visione non è stata fulminante come la prima. Beh, naturalmente non ho più 20 anni.

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