Per puro caso mi sono ricordata di questo film. Mentre ero a scuola e si parlava dei Maya. Forse è la prima volta che ascoltare una lezione di storia (o di qualsiasi altra cosa) ha avuto tanta forza persuasiva. Ho recuperato il film alla meno peggio e l'ho guardato a tappe. Ero forse intimorita dalla fama di Gibson sulla maniera sua di mostrare sempre troppo sangue, ma mai come questa volta, il sangue (che nella cultura maya simboleggia la vita e il sacrificio da compiere) non è stato versato inutilmente. Doveva rendere il rituale quanto più verosimile possibile. Nemmeno la crudeltà verso gli schiavi mi ha spaventata, non era così? Sicuramente verosimile. La parte fantastica ha poi stimolato molto la mia creatività e così mi sto documentando. Il protagonista "Zampa di Giaguaro" mi ha colpita molto, nel senso che ha l'aria di essere l'eroe e di quelli veri ma anche selvaggi, primordiali. La sua affermazione, quella di essere chi è, di appartenere a quel luogo, come lo era suo padre, e come lo sarà suo figlio, mi ha riportata all'essenza primordiale, alla natura di tutte le cose. Siamo il posto in cui viviamo, ecco perché questo forse senso di non appartenere a nulla ed essere più fragili. Se poi dalla documentazione si arriverà a qualcosa di concento non si può certo dire adesso. Il lavoro è lungo e faticosa, ma saprà ripagarmi come sempre.
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