A leggere "Mario Bava" di Pezzotta, edizione Il Castoro Cinema, questo film è girato male: eccessivi zoom, lungaggici, inizi e chiusure di inquadrature su oggetti insignificanti, flou nei flashback, il sangue che cola sull'obiettivo della telecamera, una enfatizzarsi di "pezzi di bravura"(tutti i personaggi si riflettono su superfici più impensate: specchietto delle sigarette, macchia di una bottiglia di vino appena caduta con un cambio di focale) che non servono a nulla ai fini narrativi e che così ripetuti diventano stucchevoli. Dal punto di vista della trama poi "non si capisce niente": da un lato, l'intreccio ha una logica poco chiara, difficile da rintracciare, dall'altro sembra che Bava prima confonda le carte e poi si tiri indietro perchè atterrito dalla serietà di ciò che stava raccontando.
Mi sento di smentire ogni cosa. Il film non mi ha annoiato, tutt'altro, la trama raggiunge il non sense ma ha una sua logica liquida, mutevole a seconda di quale contenente le si voglia affidare. E' chiuso, non aperto. Il finale grandioso (perchè la barchetta di Caronte nel 1972 è un aereo) . Il diavolo dà la forma di manichini ai cadaveri, a persone che non sanno di essere già morte. Ma questo non è uno spoiler, c'è ancora tanto da dire sul film.
Ah, certo, Pezzotta dice anche che nonostante Bava abbia fatto di tutto per rendere, volutamente, brutto (e anticinematografico), il film è bello. Ah beh, meno male, iniziavo a sentirmi sempre quella diversa da tutto e tutti. E aggiunge che ai fan di Bava questo misconosciuto film è una sorta di capolavoro nascosto, una summa criptica... Ecco.
Poi c'è la versione di "La casa dell'esorcismo" che ha curato Leone, il produttore di questo film e che a Bava aveva... come dire? Spaventato per la sua ritrosia religiosa. E' nell'elenco di cose da vedere, ma solo per scrupolo, perchè io il film lo trovo chiuso qui.
p.s. non c'entra niente ma sono in arrivo, grazie alle risorse telematiche, due libri - manuali fantastici! Non vedo l'ora!
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