L'ho visto qualche giorno fa ma il pc è andato in panne e aggiorno soltanto adesso. Un solo commento. STRAORDINARIO. Più che "sogni" io l'avrei chiamato "allucinazioni" o "visioni" o "illusioni" o forse la verità è che non esiste una parola corrispondente, almeno non in italiano e nemmeno in inglese. Forse invece c'è in giapponese, visto che quella lingua parte da un oggetto concreto per indicare qualcosa di molto astratto. E questa parola qui in questo caso rimanda al sogno ad occhi aperti e alla visione surreale.
Ho sempre pensato, forse a torto, che la produzione filmica giapponese fosse lenta il che non è sbagliato in questo caso ma forse è la maestria del regista che sa come scandire i giusti tempi della non azione. Anzi, direi che mi ha tenuta più col fiato sospeso questa lentezza che tanto film "occidentali". Qui si trattano piccole storie quasi a se stanti che hanno come filo conduttore soltanto nella "dimensione altra": che sia quella degli spiriti degli alberi (del mandorlo), degli animali (l'episodio del matrimonio delle volpi), della morte (quella dei soldati caduti in guerra), del momento del trapasso (quello della valanga), del luogo immaginario (un villaggio in cui la gente muore più che centenaria e quando lo fa si festeggia per quello che ha dato al villaggio), ancora la bomba atomica e la trasformazioni genetiche conseguenti (sempre presente forse come tema in qualunque autore giapponese...). E molto altro forse. Non va naturalmente sottovalutata la tradizione culturale del Giappone. A tratti si percepisce il concetto dell'onore, ma a parte questo, le musiche, le marce ritualizzate e un mondo intero che ha indubbiamente il suo fascino misterioso. Ripeto, STRAORDINARIO.
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