Ho cambiato i piani, ma un po' mi ci hai portato tu. Non è che avessi pensato grandi cose, ma mi accontentavo del poco raggiunto, prima di tutto questo. Non credo di aver sbagliato, di aver valutato male, penso piuttosto che la verità che mi hai proposto non si sposi come dovrebbe con la tranquillità che faticosamente ho costruito. Così l'equilibrio si è incrinato un poco e adesso so cosa dovrei pretendere da te. E cosa pretendi tu. Pur essendo nel giusto, di non vedere alterato l'insieme, un turbamento imprevisto mi ha colta. Stavo meglio prima quando non sapevo quello che segretamente volevi. Perchè segretamente lo hai confessato e segretamente io l'ho udito. Ricordo le parole che ti ho detto per tranquillizzarti sulla mia insufficiente presenza e ricordo i discorsi a me stessa a proposito del destino. Non so dove sono andati a finire, ora che forse ne avrei più bisogno. Vorrei tornare a quell'innocenza, di non doverti chiedere niente perchè non mi è permesso, di fingere di non aver capito abbastanza e di sorridere ingenuamente al tuo desiderio soffocato. Che cosa posso fare ora? Non ti conosco già abbastanza da non sapere che dopo essersi esposti così tanto tu ti aspetti che sia io a concederti ogni cosa, così come ti abituò lei?
Ma io non sono lei e forse al non coraggio, sento anche la paura, e forse infondo non so quello che cerco.
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