venerdì 29 maggio 2009

LE ERE CHE NON FINISCONO E FINISCONO

Da un certo momento le cose in poi non hanno più ricominciato a girare. Qualcosa o qualcuno mi aveva bloccata in un limbo e più il tempo passava, più collezionavo visioni distorte e più mi rinchiudevo nel mio guscio, perchè lì ci stavo bene. In questo guscio ho provato a tirarti dentro mentre sentivo che sfuggivi perchè tu non eri della mia stessa natura, forte all'esterno e molto fragile dentro. Il contrario di me, molto fragile all'esterno, nonostante un primo strato di corazza, e molto più forte di quanto io stessa creda di me. Eppure tutte le volte ne sono uscita fuori, tutte le volte, avevo accumulato una forza in più.

Oggi, dopo che ci siamo addormentati in un profondo letargo di quattro lunghi anni, tu ti risvegli senza di me. Io ancora dormo dentro il mio guscio e finora ho solo sognato: letti di increspature di mare e di capelli, parole mai dette, baci mai scambiati, dentro l'irrealtà di tutte le cose. Puoi chiamarle fregature o come ti pare, ma questa è stata la mia realtà, un sogno da cui non riuscivo a svegliarmi.

Ora mi accorgo di quanto mi dovrei allontanare, dal tuo incantesimo della buonanotte, dato ad Una Mediocre Addormentata. Ogni tentativo è stato vano ma di volta in volta tornava l'impellente necessità di rimediare, di trovare l'antidoto al tuo fascino.

Ho riaperto gli occhi, nel mio dormiveglia, ho visto dei volti che cercano di risvegliarmi, con forza o dolcezza ma io resto così, immersa nel sonno e nel sogno. Milioni di persone attorno a me, che aspettano e forse qualcuno che riconosco, ma non sei tu.

Le ere che non finiscono prima o poi finiscono. Devo solo decidere di svegliarmi, dimenticare il passato, l'irrealtà dei sogni e che il resto del mondo, quello fuori dal sogno, non è necessariamente terribile o forse inutile da sperimentare.

Questo è un proposito. E' un trillo di sveglia, affinchè ascoltandolo io ricordi che prima o poi dovrò svegliarmi.

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