sabato 12 maggio 2007

DRACULA'S BRAM STOKER di F.F.Coppola

Il film risale ormai a 15 anni fa, almeno dalle informazioni che ho sulla mia vhs che una volta amavo ricopiare o fotocopiare per tutti i film che registravo. Un tempo questo splendido film lo davano in tv, quando non esistevano ancora la Pay TV o quando ancora il monopolio della vecchia rete televisiva era solo uno spettro. Non so se qualche rete lo dà ancora. Infondo ora basta avere un programma illegale per scaricare film illegali per poter accedere a qualunque film perduto nell’oblio. In ogni caso esistono ancora le videoteche in cui potrete acquistarlo in dvd, magari con i contenuti speciali. No, io l’altro giorno l’ho visto dalla mia vhs che tra le pubblicità tagliate e i tagli alla pellicola in sé (alcune scene, 15 anni fa, mi turbavano e non poco e come per magia senza accorgermene premevo “pause” dal mio videoregistratore! Insomma mancano alcune scene!).
Ho rivisto il film con mia cugina, quindicenne, che insisteva nel volerlo vedere. E’ strano come il mondo ruoti su se stesso. Visto lo choc che avevo subito io le ho detto candidamente “a me ha fatto paura” e lei candidamente mi ha risposto “io ho visto l’Esorcista”.

Quel film è di una bellezza inaudita. A me non piace l’horror (ma guarda un po’, sono rimasta la fifona di 15 anni fa!), lo evito come la peste (l’horror), ma Dracula, quel Dracula è un’altra cosa. E’ una storia d’amore, una storia d’amore maledetta, come fa non piacere? Mina/Elisabeta (prima che la vita privata di Winona Ryder finisse su tutti i giornali!) era l’Eterno Amore, che supera 400 secoli di non-morte. Non ho mai capito se le due donne fossero le stesse, in realtà Coppola non si pronuncia sulla parola “reincarnazione” ma se una inglese dal bel caratterino (spettacolare la scena in cui tiene testa a Vlad quando lo incontra la prima volta!) è in grado di capire il rumeno (non che sia una lingua incomprensibile, ma conoscendo gli inglesi!) evidentemente si tratta proprio di una reincarnazione, alla faccia della cristianità ( ortodossa o anglicana nel film, ma american-cattolica nella produzione) che sbandiera ai quattro venti. Tornando a Mina è “La Luce di Tutte le Luci” e Dracula aspetta fino alla fine, quando è proprio lei a chiederlo, di darle la morte per una non-vita. Perché la ama. Che figata. Io odio le scene di sesso, non le capisco mai, non so perché ce le mettano se non per far allupare gli spettatori, ma questa è disarmante ed è il patto con il Diavolo in sé, si diventa maledetti ma almeno si è un po' più vivi. Sì, perché Dracula è il diavolo, ma un povero diavolo innamorato che rifugge la fede perché la fede stessa l’ha tradito. Cosa che non capiamo da cattolici, ma se fossimo anche stati una settimana in Grecia, lontani dai turisti e persi su un’isola con una chiesta ortodossa davanti casa, respirereste la stessa aria che la celebrazione del matrimonio di Jonathan e Mina evoca. La fede ortodossa è dentro, non è fuori. Ed è più forte di tutte le cose. Antropologicamente questo Dracula non fa un piega. Ma che tipo di diavolo? Ha l’aria di essere un santone: riesce ad diventare quello che vuole, come da tradizione, ma riesce anche ad essere in due posti diversi nello stesso tempo (come certi santi), riesce a diventare invisibile, riesce a leggere attraverso la carta, cosa c’è scritto nelle lettere. Riesce ad essere vecchio e giovane. Riesce a comunicare tramite telepatia. E ovviamente è un tipo passionale, ma non ama. Beh, a detta delle "streghe" nel suo castello, ma evidentemente è colpa del fatto che non gli batte il cuore (“non c’è vita in questo corpo”). E Mina divisa tra l’affetto per Lucy (che in un momento di delirio bacia anche) e l’attrazione ineluttabile per Dracula prova a picchiarlo con tutta la delicatezza femminile di quel momento. Cioè, immaginate di trovarvi a letto con Dracula, la possibilità di fargli male, penso, sia al di sotto dello 0%,ma la scena è troppo bella, mostra il contrasto dei suoi sentimenti, di odio e di attrazione. Che figata. E poi si sa, le donne sono così, mai che si innamorino del bravo ragazzo, sempre di quello maledetto.

Tornando al santone, beh, a pensarci bene, Dracula è un po’ dio, un dio al rovescio, non può morire, e questa non-morte la dice lunga su quanto debba essere frustante dover vivere tanto tempo, soprattutto perché l’ultima volta che ha amato è passato tanto di quel tempo (“sembrano secoli ormai” e ci sono tutti!). Ha ragione: l’ambizione, il lavoro, la carriera con 400 anni fanno a farsi friggere. Si capisce che l’unica cosa che conta è l’amore. Non è che sia contenta di doverlo ammettere, ma non c’è più frustante verità a questo mondo.

Sono anni che non vedevo il film, ma ricordavo diverse battute a memoria. Ricordavo la bellezza dei montaggi delle riprese, se non sbaglio ancora analogiche, nonostante ci fossero i mezzi per farle in digitale già da allora.

Avrei voluto parlare di Lucy e di come incarna e paga la sensualità demoniaca, ma questo è una vecchia chiave di lettura (...). E’ il nostro buio che vogliamo nascondere, ma la luce non riaffiora solo perché nascondiamo il buio.

p.s. Non frega a nessuno, ma Francis Ford Coppola, che ha naturalmente origini italiane, torna nel suo paese natio chiamato Bernalda, in provincia di Matera, di tanto in tanto. La piccola comunità ha naturalmente fatto in modo di rendersi più cinefila di quanto si potrebbe immaginare. Vi consiglio di visitarlo.

1 commento:

fede ha detto...

Ho visto la prima volta Dracula in America, in terza liceo. E ovviamente visto che il mio inglese era pessimo (non che adesso sia chissà che) della trama non ci capii niente.

Non riuscendo però a seguire i discorsi concentrai tutta la mia attenzione sulle immagini.
E da questo punto di vista rimane uno dei film più suggestivi che io ricorda. Un horror come dovrebbe essere, tutto caricato sul far immaginare che sul far vedere.
Ma anche un film che trascende il genere per diventare qualcosa di superiore. Di non classificabile.

Ci sono film che segnano un'epoca.
I primi anni novanta sono stati segnati da questo, diventando anche un poco lo spartiacque con gli appariscenti ma poveri di significato anni 80.