giovedì 22 luglio 2010

IL PARADISO DEL DIAVOLO (J.G. BALLARD, 1997)


Avevo deciso di leggere un libro di Ballard, considerato uno degli autori di fantascienza soft, un genere tutto da definire, dal mio punto di vista, all'interno panorama fantascientifico. Quel che mi stupisce è che di fantascienza io ne ho vista molto poca e che il tema ambientale è tutto quello che si può dire di questo libro, almeno come "spinta propulsiva" alla scrittura. Il resto è una via di mezzo tra Robinson Crusoe e un resoconto del lavoro di Green Peace, o qualche altra associazione ambietalista, ma di quelle un po' invasate. Alla fine c'è una donna Barbara Rafferty, la scienziata, l'attivista per eccellenza e c'è un ragazzino, Neil, in crescita, un po' vittima, ottimo nuotatore ( e nella storia, pescatore e riproduttore forzato) con il desiderio di assistere ad un esperimento nuclare nell'isola che diventa poi una riserva per ambietalisti. C'è un continuo confronto tra i due e quando il desiderio di Neil si realizza (non l'esperimento nucleare, ma l'attrazione verso la donna più grande di lui) il romanticismo non è dei nostri, ma non per questo la storia, l'intera storia, mi è dispiaciuta. Solo troppo lunga, cioè, ci ho messo io un inverno intero, un anno scolastico intero, con il conseguente abbandono definitivo della lettura, per leggerlo solo a luglio. Però, vabbè, dài, nè è valsa la pena, come sempre quando si legge qualcosa.
Dubito in ogni caso questo sia il libro più rappresentativo dell'autore. Ho la raccolta di racconti che non leggerò, i racconti non fanno per me. Lo devo ammettere.

A parte ciò, una nota di tensione va al finale della storia, per alcuni versi prevedibile, ma che mostra ancora di più e ancora una volta dove vanno a finire quei bei ideali di rivoluzione umana. A mare.

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