sabato 14 marzo 2015

"Noi" (Evgenij Zamjatin, 1924)


Avete presente 1984 di George Orwell? Quello che tra l'altro mi ha avviato alla fantascienza distopica? Bene, posso anche dire che non ha inventato nulla perchè a inventare il genere è stato indubbiamente questo libro, che anticipa quel tanto famoso libro (forse perchè scritto in inglese) di 24 anni, prendendo a piene mani elementi come Il Grande Fratello stesso, qui nell'immagine del Benefattore, ma anche il suo finale, qui secondo me molto più tragico perché non è soltanto una strizzata di cervello ma proprio una lobotomia, che inebetisce a tal punto da restare sconvolti dalla sua indifferenza alla donna per cui è diventato malato (per la dittatura del momento) e per cui la sua malattia è avere l'anima e anche la fantasia. Non riesco a non essere ancora nel personaggio di D-503(n.b. coincide con il mio giorno e mese di nascita, inquietante!)e la presenza prima come una cattiva persona ma affascinante e bizzarra poi come leader (e precisiamo è una donna) di I-303 non mi abbandona come non poteva abbandonare lui. La sua caratterizzazione è unica per me, la riconoscerei come riconosco Emma Bovary o Anna Karenina. E la poesia più bella della sua scrittura è dedicata a lei e i momenti di poesia e matematica sono memorabili. Non è solo il tema ma anche come è scritto. Una fatica immensa per il traduttore mi pare di capire. Il finale mi lascia sconvolta, ad ognuno la sua interpretazione, se I è davvero stata innamorata di lui o meno. Io dico di sì. Cercava ancora quell'uomo che ha amato attraverso il suo ultimo sguardo. Il muro verde, gli uomini liberi, l'integrale. Credo che questo libro resterà fino alla fine nel mio immaginario. Sarà anche l'uso dell'io e farmelo vivere così direttamente...!

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