sabato 26 aprile 2014

AGATHA CHRISTIE, romanzi vari

Non è un periodo felicissimo e non lo sto probabilmente affrontando al meglio. In ogni caso ho cominciato a leggere qualche romanzo della Christie da gennaio mi sembra, e l'ho fatto col botto.






Dieci piccoli indiani (1939)
Secondo me è un capolavoro assoluto del genere. Lo dico come se fossi una grande lettrice di gialli che per la verità non mi hanno mai appassionata. Però un libro bello è un libro bello e qui coinvolge in maniera particolare il modo in cui vengono narrati gli eventi inevitabili. L'idea delle statuette (con relativa canzoncina) secondo me è il massimo dell'immaginazione. Anche ora che ho letto tutti gli altri, dico che mi sarebbe bastato questo per rendere all'autrice tutti gli elogi  meritati. 








Poirot sul Nilo (1936)
Forse appena inferiore all'altro, stavolta con protagonista l'investigatore Poirot. L'assassino è decisamente imprevedibile, ma questa pare é una caratteristica dei romanzi della Christie, dopo tutto. Se in questo romanzo però il non capire chi potesse essere ma avere tanti sospetti tutto sommato mi ha divertita, negli altri l'ho trovato poco piacevole, sempre un po' come lo avesse poi "appiccicato addosso" al colpevole. Il pregio di questo volume, oltre al complesso intreccio amoroso, è l'ambientazione da crociera, il Nilo, il mare, l'Antico Egitto. Tutto arriva perfettamente come deve essere. 
Non  mi resta che guardare il film. 







Delitto nei Mews (1937).
E' composto da quattro racconti con protagonista Poirot. Ero passata ai racconti perché dopo tutto mi sembravano troppo lunghi i romanzi e forse non avevo tutti i torti. Li ho letti con fatica, ma sempre perché avevo altro per la testa. Forse tra tutti mi ha colpito "Lo specchio del morto"; completamente dimenticato "Triangolo a Rodi", invece. 












Poirot non sbaglia (1940)
Sono quindi passata di nuovo ai romanzi. Non ho detto che questi volumi mi sono stati prestati tutti, il primo a scuola, gli altri due da una cara amica. Ce n'è ancora uno prestato che non so se lo leggerò, fino alla fine. Di questo episodio mi è piaciuto lo spunto iniziale. Il dentista. Poi tutto si incasina e si perde di vista il filo, abbastanza naturalmente da non indovinare per nulla chi possa essere l'assassino. Però anche stavolta c'entrano gli affari di cuore, e per fortuna! Se no che senso ha leggere i romanzi di una scrittrice e non di uno scrittore?






Alla Deriva ( 1951)

Ultimo libro di Christie ad aver letto in ordine di tempo e a distanza di un mese da quello precedente. Questo è stato sicuramente un bene perché mi sono appassionata. Tutto lo svolgimento mi ha presto moltissimo ma come sempre il finale mi ha delusa. A cosa serve creare una cosa quasi del tutto diversa dagli elementi messi a disposizione fino a quel momento? Proprio non lo capisco. Non so a cosa serve e non mi procura nessuna gioia, se mai rabbia. Ad ogni modo è per me stato uno dei più belli. 

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