Riprendere un suo libro, la sua scrittura fulminante (per niente banale, se pur votata all'ironica e all'impossibilità) è stato un piacere riconquistato. Mi è mancato. In realtà mi manca. Altre poche cose non ho letto, ma la Guida Galattica per Autostippisti è una bibbia nel suo genere (che praticamente ha inventato lui?) e non credo di esagerare.
Questa volta non c'è molta fantascienza, ma più di una volta mi sono resa conto di quanto siamo scemi e facciamo come i personaggi coinvolti. Magari non con la faccenda del frigo, ma a chi non è mai venuto in mente di seguire un'auto dicendoci che quello lì la strada la sa e sta andando proprio dove noi dobbiamo andare? Non credo di essere l'unica o forse sono pazza come lui. E sarebbe un onore in ogni caso.
E che genere è quindi? Tra un poliziesco, un mitologico e l'assurdità che lo caratterizza.
Molto interessante il titolo originale che invece del caffé, parla invece di té. Cosa c'è di interessante? Una questione puramente antropologica. In Italia non avrebbe reso con il tè, ma il caffè sì, rende l'idea, eccome, di quanto la pausa sia culturalmente inserita in un dato contesto e come qui diventa oscura e lunga, forse troppo. Molto particolare davvero.
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