mercoledì 20 luglio 2011

CROCIERA NELL'INFINITO (1950) - Alfred E. van VOGT



Si tratta, è evidente, di una raccolta di racconti partiti da uno spunto, da un personaggio che si fa strada e dal tema continuo "di uomini a contatto con essere alieni", ma delle specie e sembianze più strane. Se ho trovato il primo episodio valido e accattivante, ammetto che i seguenti alieni non mi sono sembrati poi così interessanti. Diciamo che già alla fine del secondo avevo capito l'andazzo e se è vero che il Connettivismo è una scienza che dovremmo imparare tutti, le storie avevano un che di già visto. Con questo non mi è dispiaciuto, ma se devo fare il paragone con l'altra opera dello stesso autore che ho letto, "slan" (quello in cui si parla di mutanti probabilmente per la prima volta) lo trovo nettamente inferiore, questo per capacità emotiva e empatica con il protagonista e per il messaggio tollerente che manda. Vabbè, magari a qualcuno è piaciuto più questo.
Devo ancora terminare quelle poche pagine di critica ma non credo possano cambiare così tanto la mia opinione, però qualcosa l'aggiungeranno di certo.

Non capisco la traduzione del titolo. Sarebbe bastato "Il viaggio della Space Beagle" senza andare a pescare cose complicate. Vabbè che la mia dislessia fino a poco fa mi faceva leggere sempre "crocevia dell'infinito" però resta una brutta traduzione lo stesso.

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