Ho comprato questi due libri alla Coop del paesello in cui vivevo in uno degli ultimi traslochi. Erano uniti dalla plastica insieme ad altri libri incellofanati a due, così come aveva pensato Urania di distribuire le prime copie dell " Urania Collezione". Costavano 4 euro, 2 euro a libro. Ricordo di aver preso 2 pezzi, cioè 4 libri e poi di essermi ricordata che non avevo abbastanza spazio in valigia, che sarei come sempre tornata pensate dal viaggio e..chissà quando li avrei letti (eoni dopo) e quindi ho rimesso a posto un pacco da due. Non sono mai stata sicura di aver fatto bene, ora sono certa di aver fatto un errore catastrofico. Primo perchè magari i volumi di Urania Collezione non sono così difficile da trovare, ma avere il tempo di ritrovarli, così a portata di mano, sarà poco più che improbabile, poi ci ha già pensato qualcuno per te a metterti il meglio e lo storico di fantascienza da cui non si può prescindere. Due euro a libro, sembra quasi offensivo. Forse non valgano nemmeno la carta, ad ogni modo i libri valgono molto di più.
Il primo che ho letto è Venere sulla conchiglia (1974) di Philip J. Farmer. E' il secondo libro di Farmer finito (a suo tempo provai con il Libro Viola ma mi annoiò così tanto che l'ho lasciato almeno due volte) ed ero preddisposta bene. E ci ho trovato tutt'altro. Se in Notte di Luce si parlava soprattutto di fantareligione qui questo aspetto è poco curato mentre la butta molto sul ridere. Le situazione che capitano al Viaggiatore Errante sono divertenti da un lato, assurde per un altro e l'elemento sessuale è ridicolizzato anche quello. Se poi si pensa che la sua anima gemella è un androide (ancora? ma non si parla d'altro su questo blog?? :-) che si è ribellata al suo programma ed ora affianca Simon abbiamo raggiunto il paradosso. Che poi non so chi l'abbia pensato prima ma la relazione uomo-androide ora come ora non fa nè caldo nè freddo, oh beh, almeno a me :-) Ad ogni modo è difficile raccontare di questo libro, ma pare che sia una mia caratteristica rispetto a Farmer, mi piace ma non so raccontare esattamente ogni singolo avvenimento. Simon, comunque, cerca delle risposte, le risposte all'universo e capita un po' di tutto, grazie anche alla sua navicella che parla cinese. La Terra è un lontano ricordo, distrutta anch'essa. Perchè anch'essa? Beh, in diversi punti ricorda Douglas Adams e i suoi personaggi, la ricerca di una risposta (nel suo caso è la domanda che si cerca perchè la risposta si sa: è 42!), c'è una navicella spaziale, c'è un adroide (questo maschio e parecchio depresso) etc etc, anche se lo stile di scrittura è profondamente diverso.
Lo rileggerei questo Farmer, se ne avessi il tempo. Manca, infatti.
Il secondo è Slan (1951) di Alfred E. van Vogt e qualcuno mi perdoni se io non ne sapevo nemmeno l'esistenza. Però se lo affiancano a Asimov e Heilein allora sono io che mi sono persa qualcosa e cioè un tassello importante della fantascienza storica. Mentre mi perdono però mi rendo conto che ho ancora 32 anni e che, se biologicamente dovrei darmi una mossa, non è altrettanto vero per la cultura, ho tutta una vita davanti per rimpiere le lacune e questo mentre sono costretta a fare tutt'altro nella vita e non certo "vivere per leggere" (ma forse "leggere per vivere"). Detto questo io non so se è a lui che bisogna attribuire la nascita dei telepati come essere speciali, insieme ad alieni, androidi, e gli altri ESP in generale. Il libro intanto è ben datato, magari è proprio così. Sta di fatto che la storia è bella e ci svela per gradi i vari misteri che attorniano questa mutazione genetica (questi mutanti) raccontandoci in parallelo la vita di due slan (dando però più spazio più all'eroe buono e maschio John e meno alla ragazza) che poi confluioscono, prima telefonato e poi invece, inaspettatamente. Un libro anche di buoni sentimenti (e chi è che non ne ha bisogno di questi tempi?) e di un grado molto bello di fantascienza: diversità, guerre "etniche", stermini. C'è spazio anche per l'amore ma.. è così paradossalmente semplice, pensato quasi come un fatto scientifico (come elemento finalizzato alla procreazione non immediata magari ma per quello) tra le tante riflessioni sulla sopravvivenza e sulla sensibilità dei protagonisti che sa quasi di superficiale (ma dovrei usare più il termine "leggero"). La stessa leggerezza me l'aveva data a suo tempo Heinlein in "Orfani del Cielo" ( o "Universo" a seconda delle edizioni) mentre era eccessivamente emancipato in "Straniero in Terra Straniera", insomma in nessuno dei due casi ho trovato l'equilibrio del tema amoroso (se il tema amoroso porti equilibrio psicologico...).
A proposito di Heinlein, a fine "Slan" il saggista che commenta l'opera dice che questo libro ha qualcosa in comune con "i figli di matusalemme" di Heinlein appunto e che se leggessi qualche volume prima della Urania Collezione potrei trovare le analogie. Ora io non ce l'ho, questo Urania, ma qualche tempo fa istintivamente avevo comprato lo stesso libro in edizione Mondadori, magari non a due euro, ma visto che l'ho comprato istintivamente, sarà istintivamente che comincerò a leggerlo. In attesa di postare poi qualcosa sulle somiglienze o analogie tra i due libri, nonchè tra scrittori della Golden Age.
2 commenti:
Letti tutti, ma continuo a preferire... Adams!
I figli di matusalemme è scritto bene, ma l'inizio è soporifero , difficle arrivare al bel finale.
:-) sfondi una porta aperta.. anche se devo ammettere che andando avanti con vari seguiti un po' la verve di Adams si perde!
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