mercoledì 3 settembre 2008

PENSAVO DI SCRIVERE

UN FUMETTO PER RAGAZZI...

E invece faccio la scrittrice di fantascienza impegnata e complicata. In realtà non penso di usare stratagemmi particolari a parte una costante e continua sovrapposizione tra passato, presente e futuro. E forse il personaggio di Iree non è stata una grande idea come credevo, perchè mi permette troppo di guardare come e quanto mi pare nel futuro prossimo. Non lo so più. Ci sono un sacco di cose che non so. E anche di quelle che so inizia a venirmi il dubbio atroce di non saperne l'interezza. Pensavo davvero di aver tenuto un profilo basso del genere fantascientico e che i lettori avrebbero stretto ( ma soltanto un po') i denti col 4° episodio, poichè lì la "sospensione di incredulità" va presa come un palloncino sfuggito ad un bambino, al volo e in una sola manciata di secondi, ma sicuri che niente possa più sfuggirgli. Si vede che mi sbagliavo. Mi consola solo pensando che Angelo leggendo "Farfalle Verdi" abbia apprezzato proprio la sovrapposizione temporale e che abbia riflettuto, tornando probabilmente indietro con le pagine, sul dove ci trovava e perchè.

Ad ogni modo stiamo per partire e non posso certo tornare indietro. Nemmeno lo vorrei, perchè non rimpiango proprio nulla, anzi. L'unica sensazione che mi resta è il dispiacere. Il sapere che non farà facile capirmi.

Beh, come dire? Se il mio fumetto sarà poco popolare, confido con presunzione sulla critica di settore. Se si perde da qualche parte, si guadagnerà da un'altra, no?

2 commenti:

Angelo Frascella ha detto...

Per la serie si sa dove si parte, ma non si sa dove si arriva :)

Se ti può consolare leggendo l'ultimo SiP Pocket ho avuto l'impressione che Terry Moore rimpiangesse alcune svolte che aveva dato alla trama in passato e cercasse di rimediarci "a posteriori".

Probabilmente è la scrittura "seriale" che porta ad evoluzioni non previste all'inizio e tende più facilmente a far perdere il controllo della propria opera all'autore...

Daniela Zac ha detto...

Beh, ma Terry Moore aveva da pubblicare, non so, ogni due settimane un episodio autoconclusivo e che legasse alla grande con il resto della
produzione (scritto e disegnato da lui).

No, comunque. Io penso che i personaggi e il mondo creato vivano di vita propria in un mondo parallelo al nostro e che è poco quello che possa sfuggire. Sicuramente non le cose importanti. Non almeno in una storia che attraversa 4 episodi da 6 mesi ognuna: c'è il tempo di "aggiustare il tiro" in corsa, senza problemi.

Nello specifico, quando ho scritto il primo episodio breve avevo bene in mente il "cosa", mentre il "come" si è sviluppato un po' per volta.

Sono arrivata allo stesso punto da cui ero partita (e dove volevo arrivare), ma nel frattempo il tutto si è semplicemente arricchito. Alcuni particolari sono diventati fondamentali perchè hanno trovato la collocazione giusta nel mondo che si stava delineando e questo con o senza di me.

Il mio dubbio nasce sicuramente dall'inesperienza e dalla mia testa. La testa è quella che è, difficile la si possa cambiare (c'ho ancora provato ma non certo perchè me lo chiedeva il fumetto), mentre all'inesperienza si può sopperire.

Voglio dire che se uno vede le cose in modo strano, al massimo si può fare in modo che la stranezza possa essere accessibile nel modo più semplice ed efficace possibile. Poi se la stranezza non piace è un'altra cosa, ma almeno uno sa che è per la stranezza, non per come scrive.

Comunque spero di non aver citato erroneamente quello che mi avevi detto a suo tempo del secondo numero breve e... sono sicura che a te piacerà di più questo numero 0rispetto a quanto possa piacere ad altri: involontariamente ho incastrato più piani temporali, pensando di raccontarli in modo semplice...