lunedì 10 dicembre 2007

IL MONDO INVISIBILE

Ho abbandonato tre libri, sto leggendo a fatica Tempo fuori di Sesto che essendo dell'amatissimo Philip K. Dick non dovrei nemmeno mettere da parte quando lo riprendo e invece succede. Ho stoppato anche due DVD presi a Firenze per la noia IMmortale che avrei subito a Potenza e l'unica cosa che sono riuscita a fare è leggere "gli Occhi e il Buio" che sarebbe uno dei primi romanzi a fumetti edito dalla Bonelli. Ora, non mi preoccupo nemmeno ad entrare nella questione cosa sia un romanzo a fumetti e cosa un fumetto (chisenefrega) basta che io legga qualcosa che mi piaccia e che mi piaccia davvero, non che mi accontenti. Come in sostanza sta succedendo. La differena quindi? Il coinvolgimento emotivo e questo te lo può dare soltanto una sceneggiatura con i fiocchi, accompagnati da disegni che sono in grado di intepretare chi ha scritto la prima. Come mai sono diventata così aristocratica nella lettura? Di cosa mi lamento? Beh, è successo un fatto strano. Mi sono finalmente avvicinata a Dylan Dog. Non quello di oggi, a cui non mi avvicino nemmeno da lontano (ma può darsi che succeda prima o poi, ma mi ci vuole una spinta, magari la prima storia della Baldanza? Parlo a vanvera perchè non so se ha mai presentato qualcosa...). Mi sono avvicinata a Tiziano Sclavi. E ovviamente sono rimasta turbata, affascinata, sconvolta, nel senso che ha sconvolto i miei piani. Non si può pretendere un fumetto così tutte le volte che se ne apre per leggerlo quindi devo per forza fare un passo indietro e cercare di leggere senza avere pregiudizi (?). E comunque io il personaggio di Dylan l'ho sempre un po' odiato mentre visto dalla testa di Scalvi è tutt'altra cosa. E non si può spiegare, ci si può solo porre il problema di come lo rappresenteresti tu, se ne avessi la possibilità. Quindi, non avendola e non essendo così ambiosa da pretenderla, la mia riflessione si chiude. O le luci si spegnono, perchè quel Dylan mi vibra negli occhi, non me lo lascio sfuggire del tutto...

E a proposito di buio e di occhi. Tutto il discorso fatto in precedenza assume il suo senso interno. Gigi Simeoni non so se faccia un capolavoro, non so se io a doverlo stabilire, ma se non raggiungere Sclavi, sa come scrivere e disegnare una cosa memorabile. E' letteratura, per la cura dei particolari, per il modo in cui rende le sue idee (che poi quando diverse sono dal protagonista che si chiama "Simonetti"?) e.. tutto quanto. Dall'inizio alla fine. E nonostante io non sia nè Simonetti nè Simeoni, so benissimo di cosa sta parlando quando cerchi la luce negli occhi e faresti di tutto per ottenerla. Quella follia è anche nei miei occhi e conosco anch'io la mia fine. Ah, certo, non è poi così interessate ma è chiaro che il mondo dell'invisibile è quello che cerchiamo, non so se tutti, ma alcuni di noi, di certo. Inseguendola riusciamo a vivere in questo mondo che, io penso sia davvero assurdo. Perciò risulto assurda io al mondo del visibile. Non importa. Che m'importa? Nonostante il mio sentirmi così straniera in patria qualcuno mi riconoscere e si sofferma ad osservarmi. Certe volte prova anche a dirmi come è fatto il mondo visibile e mi dà una mano. Il resto è letteratura. Se riuscissi ad finire un libro, lo sarebbe anche di più.

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