Di quest’estate ricorderò poco, come di tutte le estati. Ricorderò il caldo insolito, le ore lentissime e l’aver toccato mare quasi tutti i fine settimana. Ricorderò che avrei dovuto studiare di più, mentre mi sono occupata più di fumetti. Ricorderò un nome che ho sotterrato più volte e le amicizie (e tal volta parentele) che si sono rinnovate. Intensificate, espanse. Ricorderò entrambi miei cellulari in riparazione e l’utilizzarne uno che non costa più di 30 euro (ma che fa il suo porco dovere) e che manda un segnale gradevole e ancora eccitante quando arrivano gli sms. Ricorderò i film visti per piacere (che ho commentato nel blog solo in parte e chissà se prima o poi lo farò! N.B. mancano all’appello “Alphaville” e “Destinazione Terra”) e quelli visti per dovere: 2 versioni di “Il giro del Mondo in 80 giorni” (con tanto di libro annesso), altri 2 su Sherlock Holmes, ma anche un ingiustamente dimenticato “I predatori dell’Arca Perduta” (diretto grandiosamente da Spielberg e che sa decisamente di Martin Mystère) e SteamBoy, che ha definitivamente concluso la mia esperienza nel Steampunk, perché la meraviglia tecnologica (fatta di vapore) fine a se stessa non fa per me (ma il mio giudizio è limitato a quel che mi serviva, mentre lo consiglio a chi è appassionato di anime fatti con tutti i crismi!). Sarà l’Estate di “Notte di Luce” di Philip José Farmer, che ho cominciato a leggere agli inizi di luglio e che per tanti motivi non riesco a finire, eppure vi assicuro vale la pena di leggerlo. Visto i ritmi e il poco tempo prevedo di terminarlo a settembre (del 2008?).
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