Una volta duravano mesi e mi arrovellavo. Si confondevano tra parole come eterne e di unicità. Poi alla fine passavano come passano tutte le ossessioni di cui non si vuole rimanere imprigionati. Infondo poi mi stancavo e cercavo qualcosa di nuovo e forse di più vicino. La soglia però non veniva mai varcata. Loro di là, io di qua in attesa sognante che succedesse qualcosa. Che poi non accadeva per mille motivi diversi.
Poi però ho imparato a capire. Che non tutte le volte mi sono sbagliata. Che ho un potere in mano che devo imparare a gestire, con cui giocare a non prenderlo troppo sul serio. Ho capito che il "per sempre" e "l'unico" non esiste, che possono succedere tante cose tutte assieme, che possono essere tanti e diversi e che devono trovare il tempo che trovano e lasciarne poi quando arriva un altro. Così non ho pensieri, non ne ho nè troppi nè pochi, come un passatempo che ammazza il tempo di troppo e ti ritrovi che le settimane passano e tu fai il tuo dovere oltre quello di non perderci troppo la testa dietro.
Penso che questo sia l'equilibrio, bisognava imparare questa cosa prima o poi. Forse superata questa potrò avere quello che mi spetta. Una normale stranezza, ma normale e uguale agli altri.
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