Episodio della terza seria, quella che vede sostituire la mitica Claudia (abbastanza antipatica da affezionarcisi) a Karen che però non fa proprio nulla di interessante. Un personaggio perso. Perchè mi soffermo soltanto su un episodio e perchè non ho commentato la seconda stagione che ho naturalmente visto? Beh, intanto per pigrizia e poi perchè trovo in questo episodio un bel plot di fantascienza. Una mummia dell'ultimo discendente della civiltà perduta di Anasazi (perduta in un generazione dice), roba insomma da archeologi o da cacciatori di relique (quali Sydney e Nigel) e ritrovata tra i ghiaccai e portata dentro un osservatorio una volta usato contro la Guerra Fredda. Quando arrivano i nostri, insieme ad un idraulico e un ispettore che si rivela tutt'altro, l'edificio è desolato, al buio e senza riscaldamento. E naturalmente tutto sottosopra. La mummia infatti porta con sè una maledizione, quella che ha sterminato il popolo, e in una serie come Relic Hunter dove il magico-tradizionale viene accettato per vero ( e in senso antropologico è vero davvero) ci sta, se nonchè arriva un po' di fantascienza. Dalla bocca dei sopravvissuti (con quello di turno che vuole fare affari) si scopre che invece la mummia porta con sè un virus letale che altera i globuli rossi e porta alla pazzia e ma i due sopravvissuti, proprio perchè tali, hanno nel proprio sangue anche l'antidoto, quindi l'affarista vuole vendere il virus con antidoto annesso. La popolazione Anasazi (che ironia della sorte ho ritrovato in un documentario che devo ancora guardare però!) quindi non è morta per una maledizione ma per questo virus che questo sfortunato discendente dal Messico ha cercato di portare nell'Artico e seppellirlo lì, con il suo corpo. Fantastico. Sicuramente uno degli episodi che mi è piaciuto di più.
Intanto i rimandi alla fantascienza sono tantissimi, l'ambientazione (Artico, neve e freddo, osservatorio) e la parte iniziale del plot ricordano La cosa venuta da un altro mondo (per fortuna la mummia non si è messa mai in piedi a camminare come invece non so perchè ma ero sempre lì lì per crederlo) e anche il non dover scongelare il reperto me lo ricordava abbastanza, poi subentra un misto di Solaris e Terrore nello Spazio (la pazzia improvvisa), poi forse Andromeda (o qualunque antecedente del virus letale arrivato da chissà dove). Ciò che rende questo episodio del genere avventuroso è che alla spiegazione magica (comprensibile se si accetta) si sostituisce la spiegazione scientifica (una prova provata che c'è una spiegazione reale a qualcosa accaduto se pur secoli fa!). Il lieto fine? Beh, per la dottoressa, una dei due sopravvissuti, non c'è nemmeno quello: è infatti confinata in un laboratorio a cercare l'antidoto o a fare esperimenti sulla sua persona).
Qualche scena da ricordare, con un po' di ironia. Sydney durante la colluttazione con l'affarista si chiude in un ascensore e poi viene espulsa nel bel mezzo della tormenta artica, congelando a dismisura e soffrendo, come mai ha mostrato in nessuna occasione, col rischio e la coscienza di rimanerci (congelata) questa volta e questo mentre cerca di riattivare l'ascensore a cui sono stati tagliati i fili, facendo il solito rosso-blu dei fili. Il freddo è arrivato anche a me che ero dall'altra parte dello schermo e la ragazza stava davvero ko. Ma l'episodio finirebbe qui se poi Sydney non ricambiasse quasi cinicamente il favore (e anche qui mi pare non l'abbiamo mai vista così) spedendo l'affarista nella medesima ascensore e una volta chiuse le porte, si ritrova i volti di Nigel e della dottoressa un po' sorpresi di quell'azione. E poi? Lei conclude (ma senza sorriso sulle labbra come è solita fare) con un "Sono hawaiana io! Odio il freddo!"Ahahahah. Ci mancava solo una comparsata di Stitch è il quadro sarebbe stato completo.
Nessun commento:
Posta un commento