venerdì 9 gennaio 2009
FUOCO NEL CIELO (Fire in the Sky) - RELIC HUNTER 3x13
Ero quasi certa che questo episodio nascondesse qualcosa di importante. L'istinto. E la conferma me la dà anche il semplice fatto che è stato il mio ultimo episodio di Relic Hunter. Va bene, un po' di malinconia ci sta anche bene per chiudere. Ci sono alcuni particolari in questo episodio che non sono mai stati mensionati in altri. Per esempio i frammenti di reperti archeologici vengono ritrovati e curati come presumibilmente tutti ci immaginiamo si faccia. Poi, un nemico ben più grande di Sydney e Nigel a cui poco interessa dei reperti e che rispecchia quella tensione che a me fa sempre venire il fatto di essere un uomo americano e vivere in quel posto che non è poi così liberto come lo si vuol far credere. Tutto possibile, molto più di quel che si pensa. Intanto il plot è semplice, forse non spaventosamente originale per un mangiatore di fantascienza, ma che è ben collocato nell'economia dell'intera serie tv (una serie d'avventura a tratti magica!) e fa la sua discreta figura. Il popolo dei Mongana cambia d'un tratto la sua iconografia ispirata ai suoi animali sacri in una rappresentazione molto più astratta, un triangolo con cerchi concentrici che lo racchiude. Questo cambiamento è associato alla vista del "fuoco nel cielo" (probabilmente l'immagine poco fa descritta) e il ritrovamento di un oggetto forgiato in metallo (in una comunità che al massimo scolpiva il legno) e che emana una luce riflessa veramente insolita (molto bella questa scelta) conferma che si è trattato di un incontro del terzo tipo. Quando trovano il tempio, quello in cui si trovano vecchi totem, si vedono anche dei pittogrammi in cui si intuisce quel che già si era capito da un po' I Mondaga (indiani pellirossa) sono stati quelli che hanno ricevuto questo "incontro". Però il tutto ha una premessa che mi ha lasciato un po' dubbiosa è la convinzione di considerare pazzo chi credo di aver avuto una abduction (il termine inglese per dire che si è stati rapiti dagli alieni) ma, forse sono pazza anch'io (e non perchè ho visto un UFO), ritengo possibile, perchè è attualmente impossibile dire che nessuno da lassù ci spii se pur distrattamente, fatta eccezione di Dio. Era forse imposizione voluta per lo spettatore a cui bisognava sciroppare esattamente il contrario?O sono io che da mangiatrice di fantascienza mi sono sentita ridicolizzata da questi della NIA (l'organo che fa sparire ogni traccia degli alieni sulla Terra) ad aver tenuto in conto dell'eventualità della vita extraterrestre? Non so, non voglio pensarci, quello che so invece è che Sydney con il senso di tollerenza che non si può che sviluppare stando a contatto con così tante popolazioni diverse, non può non accettare, almeno in via teorica, l'esistenza degli alieni (senza poi chiedersi se siano buoni o cattivi o una via di mezzo o indifferenti a noi) ed è in questo episodio che ne ha le prove. L'accettazione e anche il desiderio quasi irrefrenabile di poterlo comunicare anche a noialtri, o meglio, a quegli altri (perchè io ho accettato il patto con il telefilm) viene interrotto. Altra caratteristica distintiva infatti (forse la più importante a mio avviso) è che Sydney perde contro il nemico. E, ancora, a Sydney viene sottratto la reliquia, infine. La verità è che succede qualcosa di peggio: le viene anche sottratta qualsiasi prova di questa importante scoperta (gli alieni esistono, l'apparizione di un fuoco alieno nel cielo) e così si nega per sempre (ancora una volta?) la conoscenza di una Verità Altra, insieme a quella a noi più nota, con il senso evidente di impotenza, quel non poter dimostrare ciò che ha visto con i propri occhi. Impotenza, appunto. E' così che si chiude l'ulimo episodio da me visto, con l'avermi sottratto una Conoscenza a me dovuta. E nel più piccolo, il proseguimento di una serie che poi tanto scontata non era e che avrebbe potuto farne molte altre di storie così.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento