I titoli proprio non dicono un accidenti del film. O forse sono io che mi sono persa qualche passaggio. Ad ogni modo buona parte del film è ambientata sulla Terra e fin ad un certo punto non si capisce bene perchè degli alieni dovrebbero avere bisogno di scienziati terrestri. Poi quando si comincia a viaggiare nello spazio e raggiungere Metaluna la faccenda si fa più chiara. Devo dire che il tono si fa più drammatico da quel momento in poi, ma il tutto è affidato più alle parole. Non lo trovo così vecchio come vogliono farmi credere, ha qualcosa di nuovo, protesta contro la guerra, che pare ad ogni modo inutile..Forse come ogni guerra di cui però conosciamo la storia e perciò in qualche modo possiediamo ragione storiche per tanto odio. Qui invece non ci viene spiegato molto, sappiamo solo che Metaluna è bombardata da meteorite programmate da un ex cometa diventata ormai pianeta a tutti gli effetti. Il pianeta di Zegon. Non posso pensare a quante volte i nomi che cominciano con la Zeta evochino pianeti, alieni, esseri malvagi (un esempio? Don Zaucher del Dairtain III oppure l'antagonista di Superman quello imprigionato dal padre...? I ricordi si fanno sbiaditi ma chissà se prima o poi perdendo completamente il senno mi metta a fare un elenco degli antagonisti che cominciano per Z!).
Ad ogni modo questo pianeta attacca Metaluna che aveva uno schermo protettito grazie all'energia atomica, o meglio grazie all'Uranio che però è anche finito sul pianeta e che non solo hanno cercato sulla terra ma visto che tutti i suoi scienziati sono morti bisognava fare in modo di trovare qualcuno che potesse arrivare ad autoprodurre l'uranio. Allora, io non ci ho capito molto ma per quelle che sono le mie conoscenze scientifiche niente è contestabile.
In effetti potrei provare a soffermarmi su altro. Per esempio "Mozart?" "Non conosco questo signore.. Oh mi scusi parla del vostro compositore" "non è nostro, è dell'umanità" "appunto". A parte il dialogo che svela solo ora a Michan che si tratta di alieni è interessante come esistano delle cose che fanno parte della coscienza collettiva o forse dire della memoria storica. La parola Mozart è individuale in Cina come in Egitto come in Cile, e così via. Mozart è terrestre e costui ci rappresenta, anche storicamente parlando. Un qualcosa del genere aveva fatto Dick in Tempo Fuori di Sesto in cui c'è un'immagine di Marylin Monroe (che nel mondo inventato non esiste) ed io userei un personaggio come Madonna per dire la stessa cosa (la coincidenza delle M è puramente casuale) cioè nomino qualcuno che i miei alunni conoscono (alcuni meglio di me veramente! ahah!) e che conosco anche io e che lo scarto generazionale non ci ha impedito di confrontarci sullo stesso piano. Interessante.
Insomma la storia del film è umanamente convincente, lascia un po' pensierosi, anche per via della reazione del dottore... perchè non potremmo ospitare gli alieni? Eppure il concetto di umanità è terrestre, ma è più le volte che ci manca che quando lo abbiamo. Bisogna ammetterlo. Intanto io un po' di profughi dallo Spazio li avrei anche accettati, ma vista la situazione di ogni singolo Paese nei confronti dello Straniero, sai che razzismo imperante!! E' proprio vero che a fatti non siamo umani per niente.
Ma parliamo degli alieni. Come sono? Intanto si somigliano, capelli biondo - quasi bianchi, corporatura identics, solo un bozzo in più sulla testa. Però è vero che si vedono che sono alieni, anche se non troppo. Poi, non so se sia una svista. Di scienziata ce n'è soltanto una, Ruth, ma che tra gli alieni non ci siano aliene beh, si fa un po' fatica a pensarlo. Sicuramente può essere un processo di accorpamento (qualcosa del genere come in linguistica.. le cose che diventano superflue si perdono sostituite da un fonema più "semplice" e già in uso) ma è piuttosto improbabile che siano rimasti tutti uomini e non tutte donne e autoriproduttive come verrebbe più naturale pensare. E vabbè. Oggi è stata una giornata difficile, si capisce da queste elucubrazioni mentali. Mi fermo qua. Comunque il film è bello, vale la pena vederlo.
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