Un' amica mi ha detto secoli addietro che io non mi accorgevo che tu non eri la classica nuvola passeggera. Eri forse un po' insolita e scomposta, ma che nel mio cielo terso, non ti saresti mai mossa. Io non le ho creduto, avevi tutta l'aria di voler fare il giro del mondo e svanire al primo vento favorevole che passasse di qui. Distratta dalla Terra, non guardavo mai se c'eri e dov'eri. Ti credevo a viaggiare a mezz'aria sopra di noi, un po' incosciente un po' ribelle, come lo siamo state noi.
Ma la Terra ti osserva, anche se non lo facevo io. Lei ti vedeva allontanarti ma sapeva perfettamente dove andavi. Non facevi grande strada poi, perchè poi tornavi, spirando con aria indifferente lì dove mi trovavo io.
Tu lo sai quant'è infinito il cielo, vero? Ci sono così tante nuvole. Ma tu non sopporti essere come tutte le altre. Bisognava che io ti notassi prima o poi. Proprio non potevi farne a meno. E chissà perchè proprio io. Forse perchè io viaggio per conto mio, raccogliendo le storie dalle crepe e dai fiori nel deserto? Chissà perchè mi ostino a farlo. Quella amica dice perchè le racconto bene quelle storie, come lei guardando la Terra si modella cercando di assomigliare a qualcosa che la ricordi. E forse lo pensi anche tu, che io racconti bene quelle storie, e per questo avevi deciso, senza chiedermelo, di essere tu una delle storie che io dovessi raccontare.
Io da te ho imparato che esistono anche le nuvole bugiarde, non ti dicono quel che vogliono davvero, ma te lo lasciano pensare, poi se hai pensato troppo si arrabbiano con te. Ma tu l'hai pensato, quel troppo, solo che non sei riuscita da ammetterlo,a te stessa. Non si diventa nuvole, tutto ad un tratto, nemmeno io lo sono diventata, e ancora adesso a pensarci, ho ancora tanto da imparare.
Quella mia amica mi ha detto che anche le nuvole si vogliono bene. Qualcuna di più, qualcuna di meno, ma tu perchè volevi portarmi nella tua tormenta? Perchè tanti fulmini e saette? Tu non volevi in cambio nessun bene, no, per niente, eppur cosa potevo offrirti io a parte questo bene e la tua storia da raccontare?
Sai, quella mia amica, quella nuvola, mi ha detto stamattina (mentre io lanciavo pioggia su tutti continenti!) che anche se ora non capisco perchè mi hai detto di andare via, lo capirò più in là. Perchè tu non sei passeggera, anche se pensi di esserlo e non sai quel che cerchi.
E lei ha sempre ragione e a me fa un po' paura, per questo non le credo mai. Dice che devi diventar un po' più nuvola, per questo ti arrabbi tanto quando ti dico qualcosa che non ti vuoi sentir dire. Io me ne vado, come mi chiedi tu, e farò, come dice lei : penserò a raccogliere le mie storie e raccontarle ai sette venti e sarà solo un anno dentro un misero secolo. Perchè io e te siamo solo nuvole e le nuvole, quelle come noi, prima o poi si rincontrano sempre.
2 commenti:
"[Virginia Woolf] non è una scrittrice che usa le parole per nominare le cose; per lei le parole sono le cose, ammaliatrici, sostanziali. Nella sua narrativa la polemica funziona perchè è subordinata al diritto di fare incantesimi.
L'arte di Orlando è la sua lingua. Woolf non permette alle sue parole di sfinirsi fino a perdere la presa. E' la linea tesa, la fune del linguaggio, che rende possibili passaggi al tempo stesso delicati e audaci.
(...)
L'arte è intimità, è un discorso amoroso, ma è al tempo stesso una dichiarazione pubblica.
JW - L'arte dissente (p.80)
Poi non chiedermi perchè te lo posto qui ^_-
Oddio, io mi sento terribilmente cretina... qualunque sia il motivo per cui sia comparso il solo nome della Woolf su questo misero blog! In ogni caso, grazie per aver citato il passo, è illuminante:)
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