venerdì 25 maggio 2007

"L'AMORE E' UN GUERRIERO DISARMATO"

...Direbbe Jeanette Winterson. La migliore scrittrice inglese degli ultimi tempi.

Il mio guerriero era armato, però, di una lama sottile, quasi invisibile, e tagliante. Era ARMATO.
Ha inferto il primo colpo senza neanche accorgermene, ed ha fatto pieno centro, dritto al cuore.
Quando ha ritirato il colpo, io, il mio cuore, non l'ho visto nemmeno sanguinare e questo mi ha fregata. Mi ha indebolita giorno per giorno, ora sono esangue.

E' passato tanto tempo dall'ultima volta che vedevo la vita a due. Come ogni pricipessa del castello, o forse una Ginevra, odo trepidante lo stridio dei ferri di cavallo in lontananza, scruto nel cielo basso, carico di nuvole, qualche anima vagante, ma non si tratta di Lancilotto e nemmeno di qualche altro sfigato. E' sempre qualcuno che avrei fatto meglio a non incontrare.

Io non ho mai giocato con i sentimenti degli altri, ho soppesato tutte le parole ed ho sempre capito quando è il delirio dell'innamorato a parlare ( ad implorarti di restare, accettare, condividere, amare, lasciarlo in pace, etc) e quando è l'annebbiamento della ragione che non ti permette di vedere, ad un centimetro da te.

Un po' come la nebbia del Mugello ai primi di dicembre.
L'erba è sempre verde e se chiudi gli occhi per sentire l'odore ti accorgi che ancora piangi. Per qualcosa a cui non riesci nemmeno a dare un nome.

Ma non sono lacrime, non è nemmeno pioggia, è sangue. Mentre ti asciughi vedi che si scioglie con l'eye-liner e ti dipingi di dolore.

E mentre il cuore, incessante chiede ancora "dove sei?" non aspetti la risposta, un po' perchè se la conosci la eviti, un po' perchè se non la conosci fa male uguale. Dove sei.
Ma se tornasse sarebbe un'altra morte, sarebbe un'altra delusione, un'altra valanga di bugie senza senso per il gusto di cancellare il passato e di venderlo a metà prezzo al presente.

Sono sfinita, ho combattuto troppo. Non avevo altro da perdere, non c'erano altre battaglie, ma solo questa. Perchè anch'io sono un guerriero, ma io ero disarmato, davvero. Ho sentito così tante volte il fuoco della sfida, il desiderio di vincere e di possedere i resti della battaglia che ora non posso starmi a guardare inerme, con i cocci in mano.

Perchè la battaglia non l'ha vinta nessuno. L'abbiamo persa entrambi. Io che non sono fuggita e lui il mio nemico che si è defilato, fingendosi superiore, mentre gli tremava la voce o parlava troppo veloce, ma non sapeva cosa diceva.

Perchè la paura è la madre di tutte le nostre emozioni e ci fa perdere ancora prima di lottare.

Io, con questi cocci in mano, direi che potrei fare questo: fare finta che non sia successo niente, di aver vissuto una favola al contrario, e che ogni percezione, che mi illudevano fossimo in guerra, siano state solo frutto della mia fervida immaginazione.

Fa' come credi, giovane guerriero, io c'ho (ri)messo il cuore, mentre a te scivolavano le ore sulla pelle. Non posso dirti, paga per il mio dolore, posso solo augurati che la prossima tua sia un grande vittoria. Perchè il mio nemico è sempre un mio amico mancato.

3 commenti:

Abigail ha detto...

qui togli il fiato!
posso prenderla per me questa pagina?
anche se non c'entro niente?
^___^
"le parole sono importanti"

Daniela Zac ha detto...

Eccerto! Tanto l'ha fatto anche Angelo:p

Abigail ha detto...

mannaggia!
Sono arrivata "due"...
^__^
Besos!